
Viviamo in un mondo che ci insegna a misurare tutto in quantità: il tempo, il successo, le relazioni. Ma quando si tratta di benessere e presenza autentica, è la qualità che fa davvero la differenza. Imparare ad avere tempo di qualità significa abitare pienamente il momento, che sia con gli altri o con se stessi. Non serve avere tanto tempo, ma è necessario che quel tempo sia pieno, intenzionale e condiviso con consapevolezza.
Tempo di qualità in coppia: complicità oltre la presenza
Stare nello stesso spazio fisico del partner, magari lavorando da casa, non significa condividere davvero del tempo insieme. La vera connessione nasce quando ci si dedica in modo attivo all’altro: facendo qualcosa che nutre la relazione, creando ricordi, sviluppando complicità.
Questo tempo non deve necessariamente avere una connotazione erotica o intima. Può essere un hobby condiviso, una camminata, un momento di chiacchiera profonda o semplicemente cucinare insieme, fare sport insieme.
Il tempo di qualità in coppia è quello in cui ci si sceglie, anche per poco, ma con presenza autentica.
Tempo di qualità con i figli: meno sacrificio, più presenza
Spesso l’amore per i figli si esprime attraverso il sacrificio, l’organizzazione, il “fare tutto”. Ma essere presenti non significa solo esserci fisicamente. Significa esserci con la testa, con il cuore, con l’ascolto. Abnegare sé stessi, privarsi dei propri spazi in nome di un amore più alto, di un compito più alto come quello genitoriale, non farà di voi genitori migliori, ma solo genitori frustrati.
Un genitore che passa ore a sistemare casa mentre i figli guardano la TV non sta vivendo tempo di qualità con loro, anche se spesso si racconta che sta sempre con i figli, che è un genitore presente, la presenza non è prossemica, non è “coabitazione”
Anche solo un’ora al giorno, ma senza telefoni, senza distrazioni, senza multitasking, può fare la differenza: giocare, ascoltare, ridere insieme, fare quello che piace a loro (anche se non è la nostra attività preferita), farà sentire i nostri figli ascoltati, capiti, accolti ed è quello che li renderà delle persone più forti, più sicure, non avere i genitori che lavorano da casa sempre con la testa sul computer o che passano tutto il tempo chiusi in cucina me nella stessa abitazione.
Il tempo di qualità con i figli è un tempo condiviso con intenzione e dedizione.
Tempo di qualità con se stessi: il più trascurato
Forse il più difficile da proteggere: il tempo per sé. Spesso, quando abbiamo finalmente un po’ di tempo libero, lo riempiamo di attività pratiche: lavatrici, email, spesa, sistemazioni. Ma prendersi cura di sé non è fare cose utili, è fare cose nutrienti.
È dedicarsi consapevolmente a ciò che ci fa bene:
- Movimento fisico per stare meglio, non per apparire meglio
- Leggere, approfondire, esplorare interessi personali
- Coltivare amicizie, anche quando la società ci fa sentire in colpa per questo
Le relazioni (anche quelle amicali) sono come piante: hanno bisogno di cura, presenza e attenzione per crescere. Mantenere le proprie amicizie è un tesoro, essere presenti, nonostante le vite che cambiano e si accavallano è difficile, prevede uno sforzo non indifferente, ma è un investimento magnifico anche perché quando passiamo tempo di qualità con persone che amiamo tanto questa semplice azione ci ricarica, ci fa stare meglio anche con noi stessi. Personalmente per molte delle mie amicizie che non vivono nella mia stessa città, ho creato nuove abitudini, come prendersi anche solo 2 giorni all’anno per stare insieme, ma esserci davvero, so che può sembrare poco, ma quando si hanno vite molto piene d’impegni sono esperienza che ti permettono di alimentare l’affetto e mantenere viva la relazione.
Viaggiare per prendersi cura del tempo
Il viaggio è forse una delle più belle metafore del tempo di qualità. Viaggiare permette di rallentare, uscire dal rumore e riconnettersi. Quando si viaggia, si riscopre il gusto della lentezza, dell’ascolto, della presenza.
Questo vale in tutte le sue forme:
- Un viaggio in famiglia, per creare esperienze condivise
- Un viaggio di coppia, per ritrovare intimità e complicità
- Un viaggio in solitaria, per ascoltarsi senza interferenze
Nel viaggio in solitaria, in particolare, torniamo a noi stessi. Recuperiamo abitudini sane: mangiare meglio, dormire di più, muoverci di più, leggere, meditare. Questo accade naturalmente, perché siamo più presenti, più ascoltanti, più centrati. Anche viaggi piuttosto brevi, quando abbiamo già strutturato una buona conoscenza di noi stessi e delle cose che ci fanno stare bene, sono sufficienti. Spesso di fa confusione tra viaggio per ricercarsi e viaggio per ritrovarsi, io viaggio da sola da quando ho 28 anni, ora ne ho 44 ed è cambiato molto il mio approccio, non solo alla strada, ma allo sguardo che ho e avevo verso me stessa. Quando ho iniziato a viaggiare da sola per me era un modo per mettermi alla prova, per conoscermi, per imparare ad ascoltarmi davvero senza le cornici sociali in cui ero cresciuta, era un modo per conoscere il diverso e vedere che effetto aveva su di me. Negli anni ho imparato a scoprirmi e a capirmi, ad amare quello che ero e a rispettarlo quanto più potevo. La vita ci mette sempre difronte a nuovi orizzonti e per quanto mi riguarda a 40 anni ho messo su famiglia e ho avuto un bambino, il viaggio ha cambiato significato per me. Viaggiare in famiglia è diventato un modo per imparare anche dall’altro, per creare ricordi, per viverci al massimo e viaggiare in solitaria anche se ora è ridotto molto come spazio temporale è diventato un momento carico di potenza, carico di significato, perché è un tempo in cui mi ritrovo. Tornare a viaggiare da sola ora che la mia vita è cambiata mi fa entrare in contatto con molti aspetti di me che amo e anche osservare come tutto intorno cambia, come se fosse un continuo salto temporale, come un luogo che conosco molto bene mi porta ad avere emozioni diverse, come cose che prima erano scontate ora sono preziose. Per me è un momento molto profondo, di grande valore, che mi aiuta moltissimo a non perdermi, a non dare troppo spazio a forme che non mi appartengono proprio come succedeva prima che iniziassi a viaggiare in solitaria. È come se il viaggiare da sola mi centrasse, mi facce ascoltare ogni volta la mia voce reale.
Fare spazio alla presenza
Il tempo di qualità è un tempo pieno, consapevole, relazionale e nutriente. È una forma d’amore verso gli altri, ma soprattutto verso se stessi.
Non serve avere più tempo. Serve scegliere come viverlo. E, ogni tanto, ricordarsi che il viaggio può essere uno strumento potente per riscoprire questa verità dimenticata: prendersi cura del proprio tempo è prendersi cura della propria vita.
Se senti che questo è il momento per trasformare il viaggio in un momento di crescita, ma non sai ancora come fare, forse non sai che sono una psicologa turistica e dal 2012 mi occupo di travel coaching, in questa pagina trovi tutte le info per prenotare una consulenza con me!